Territorio

Caprese Michelangelo (653 m s.l.m.) è un piccolo comune montano situato nell’area più verde della Valtiberina toscana, la valle del torrente Singerna, affluente del Tevere.
Questa valle sembra quasi chiusa in se stessa, incuneata tra le alte vette dell’Alpe di Catenaia (1415 m), che la dividono dal Casentino, e il piatto Monte Fungaia (680 m), che la separa dalla valle del Tevere.
Il territorio è formato da lussureggianti boschi di castagni, querce e faggi, ed è ricco di piccoli e freschi torrenti. Il bosco e l’acqua sono infatti le caratteristiche principali di questa terra: non a caso qui si trovavano ben dieci mulini, alcuni dei quali sono ancora ben conservati anche se non funzionanti, ed è molto sviluppata la coltura del castagno.
L’importanza di questa coltura affonda le sue origini già nel periodo medievale, essendo ricordata già nello statuto fiorentino del 1386. Oggi è riconosciuta a livello europeo grazie all’istituzione della DOP “Marrone di Caprese Michelangelo” (2009). Ogni anno in ottobre tutta la comunità si mobilita per la festa di questo pregiato frutto della terra.Viaggiando nel territorio di Caprese si possono incontrare piccoli ed ameni paesi, quasi incastonati tra il verde dei boschi, e numerose chiesette di campagna, il cui aspetto semplice e rustico nasconde antiche storie di devozione religiosa.

Eremo della Casella

Situato sulla cresta del Monte Foresto, l’eremo è legato al passaggio di San Francesco, sebbene la località Casella esistesse già fin dall’XI secolo. Qui, secondo la tradizione, il 30 settembre 1224, il poverello si fermò a pregare nel suo ultimo viaggio dalla Verna ad Assisi. In quell’occasione avrebbe recitato il suo addio al monte in cui ricevette le stimmate: “Addio, monte di Dio, monte santo…”. Dopo il suo passaggio vi fu costruito un romitorio, oggi tappa di uno dei percorsi francescani dalla Verna ad Assisi.

S. Cristoforo a Monna

Questa piccola chiesa in muratura è uno degli edifici più antichi della zona: fondata in età altomedievale dai Benedettini, mostra un abside semicircolare di età romanica, inglobato in due moderne cappelle aggiunte nel XIX secolo. Al suo interno si conserva un pluteo d’altare in pietra dell’VIII secolo d.C.

S. Paolo a Monna

Originaria dell’XI secolo anche se oggi quasi completamente ricostruita, questa chiesa fu visitata da San Francesco nel 1215. Secondo una diffusa leggenda, infatti, il poverello di Assisi si sarebbe fermato ad aiutare i costruttori, impegnati a montare l’architrave di una porta, individuata nella porta laterale che ancora oggi conserva le forme medievali.

Abbazia di S. Martino a Tifi

Questa antica abbazia, di origine benedettina e poi passata sotto i Camaldolesi, è nota per la prima volta nel 1057. Legata alla famiglia longobarda dei Galbino, ricevette continue donazioni per tutto il Medioevo. Nel 1439 fu unita all’abbazia di Dicciano (oggi in rovina in un colle lì vicino). Da qui proviene il trittico “Madonna con Bambino tra i Santi Martino, Benedetto, Romualdo e Michele Arcangelo” di Giuliano Amidei (1484 ca.), ora conservato in Museo.

Pieve dei SS. Ippolito e Cassiano

La pieve, posta la centro della piana di San Cassiano, era probabilmente di origine paleocristiana sebbene sia nota per la prima volta solo nel 1011. Fu per molto tempo l’unica chiesa battesimale di tutta la valle del Singerna. All’interno conserva, mutila, una pala d’altare in terracotta policroma di Santi Buglioni, raffigurante la “Vergine Maria incoronata da due angeli, con Gesù Bambino tra due santi”, e un fonte battesimale del XVI secolo.

Santuario della Madonna della Selva

Questo santuario mariano fu costruito dopo l’apparizione della Madonna a Giulia Aliotti, avvenuta nel 1634. La Vergine avrebbe chiesto alla donna di far costruire una chiesa nel luogo dove si trovava una piccola cappella. L’immagine della Madonna che allatta Gesù Bambino lì conservata divenne subito oggetto di grande devozione popolare.